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Porta Ticinese

La Porta Ticinese, detta anche Portone della Cittadella,”svolse un ruolo storico di primo piano: vi arrivava la strada per Pavia – capitale longobarda, seconda capitale viscontea e sforzesca –  e per una tradizione antichissima i nuovi arcivescovi di Milano compivano attraverso essa il loro ingresso ufficiale in città”.

Oggi il monumento è una delle ultime testimonianze superstiti della cinta muraria medioevale, insieme a Porta Nuova e alla Pusterla di Sant’Ambrogio. Collocata lungo la circonvallazione interna di Milano, corrispondente appunto al tracciato delle mura medioevali, fu realizzata nel 1171.

Essendo una porta che dava accesso alla città, assolveva pure alla funzione di controllo daziario, poi perduta quando fu inglobata nel contesto urbano e quindi agli edifici residenziali costruiti successivamente.

(Uno sguardo dall’alto rivela un mondo nascosto di terrazze e piante che parla da sé).

L’assetto attuale di Porta Ticinese è quello conferitogli da Camillo Boito nel restauro del 1861-1865, che risolse le difficoltà di un passaggio troppo angusto, scavando due passaggi pedonali nelle torri laterali. E seguendo l’indirizzo comune dei restauratori del tempo, dotò le torri di merli “guelfi” di fantasia: ecco quindi il corpo centrale più basso e le due torri laterali di differente altezza, concluse da merlature guelfe, la porzione basamentale con un rivestimento in blocchi di pietra di diverse dimensioni ma taglio regolare, distribuiti in ordine casuale, quella superiore  in muratura con laterizi piuttosto disomogenei per cromia e dimensione.

Le tre aperture hanno lo scopo di permettere il passaggio, e anch’esse, come le torri, sono diverse tra loro: una centrale con volta a botte impostata su un arco a tutto sesto, quelle laterali con aperture a sesto acuto e volte a crociera.

Ma  ecco il vero gioiello. Sopra l’arco centrale sta la copia dell’originale ora conservato al Museo del Castello Sforzesco: si tratta di un tabernacolo votivo ad altorilievo, attribuito a Giovanni di Balduccio da Pisa o alla sua scuola, ritraente la Madonna con Bambino cui Sant’Ambrogio presenta il modello della città, affiancata da San Lorenzo, un vescovo mitrato, forse Sant’Eustorgio e San Pietro Martire.

Infine,  in corrispondenza di uno dei piedritti laterali, una stele con scolpite quattro testine probabilmente di origine romana.

Milanesi, turisti per maggior o minor caso, gente di passaggio sporadico, gente di passaggio quotidiano. Vi invito tutti a sollevare la testa e guardare quella Porta che in più occasioni avete varcato, sotto cui avete sostato, nei cui pressi vi siete fermati a parlare: il più delle volte inconsapevoli di tanta antica bellezza.


Mappa del monumento


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